Meditazione per ragazzi di III media su Pietro in preparazione alla Professione di Fede. Scheda 1
Assumiti le tue responsabilità!!!
Dopo l’incontro della volta scorsa in cui i Discepoli di Giovanni vollero vedere dove abitava Gesù e stare con lui e dove pertanto abbiamo riflettuto sul nostro essere in “ricerca” di noi stessi partendo da una domanda fondamentale e cioè “chi sono io” e che cosa stiamo cercando, proviamo oggi a riflettere sull’ invito di Gesù a seguirlo. Se fare la nostra Professione di Fede significa dire pubblicamente che noi “ci stiamo a seguire Gesù”, proviamo oggi a chiederci che cosa lui realmente ci invita a fare per essere suoi discepoli!
Si presenta ai ragazzi il Vangelo di Marco 8,31-38.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32 Gesù faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Va' dietro a me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». 34 Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36 Che giova infatti a un uomo guadagnare il mondo intero e perdere la propria vita? 37 Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38 Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». (Mc 8,31-38)
Si legge insieme il brano e si lasciano altri 10 minuti affinché i ragazzi leggano con attenzione i versetti, cercando di cogliere che cosa li ha colpiti (parole, frasi, atteggiamenti dei personaggi).
Si invitano i ragazzi a sottolineare con due colori ciò che condividono e accettano dell’invito di Gesù a seguirLo e ciò che rifiutano motivandolo.
Successivamente insieme si colgono le prime impressioni.
Si cerca poi di analizzare il testo rispondendo ad alcune domande:
1- Trovi corrispondenza tra ciò che Gesù ha detto e poi ha fatto?
2- Gesù, rimproverando Pietro, verso chi rivolge il suo sguardo? Perché secondo te?
3- I discepoli hanno già capito chi è Gesù (“Tu sei il Cristo!”). Perché fanno fatica ad accettare le Sue parole (v. 31)?
4- Al versetto 34, Gesù convoca la folla e i suoi discepoli e dice: “Se qualcuno…”.Questo invito oggi lo sento ancora attuale e valido per la mia vita?
5- Come si possono realizzare oggi le condizioni che Gesù pone per essere suoi discepoli?
- Prova a riflettere.
COMMENTO al BRANO : anche se è un po’ complesso ti invito a rileggerlo a casa con i tuoi genitori e chiedere anche a loro ciò che ne pensano.
A noi interessano solo i vv. 34-38, però per capirli bene occorre vedere un po’ il contesto. Anzitutto nel vangelo di Marco (Mc) questo è un punto importante in cui si descrive il rapporto tra Gesù e i discepoli.
I discepoli, dopo che hanno visto miracoli, guarigioni e le moltiplicazioni dei pani, dovrebbero avere sufficienti dati per riconoscere la dimensione divina di Gesù e invece fanno molta fatica a capire, tant’è vero che Gesù stesso in una sequenza di domande mostra la loro ottusità. Pietro in questo Vangelo riconosce Gesù come il figlio di Dio.
Ma un conto è riconoscere chi è Gesù, un conto è capire quale strada egli deve percorrere per manifestare la salvezza di Dio: qui Pietro fallisce. Non vuole ammettere che la via della croce e della sofferenza (8, 31) sia quella giusta e il discepolo si permette di rimproverare il maestro (8,32).
Se vogliamo dirlo in altri termini, Pietro e i discepoli capiscono l’identità di Gesù e la sua missione, ma non accettano la via della croce nonostante la Morte e la Resurrezione siano la strada della salvezza per Sé e per gli altri.
Di fronte all’incomprensione Gesù si gira verso i discepoli (NB non solo verso Pietro) e dice a Pietro: “Va’ dietro a me”, cioè rimettiti al posto del discepolo, cioè dietro al maestro, perché se tu vuoi starmi davanti, diventi un “satana”, cioè una persona che si oppone al vangelo e alla sua logica. Puoi pure conoscere il SEGRETO di chi sia Gesù, ma non puoi eliminare il MISTERO del suo agire capace di donare la vita, di impegnarla per primo a favore dei suoi.
Arriviamo a noi. Dopo che Gesù ha rimproverato i discepoli, si rivolge NON più solo a loro, ma “convoca la FOLLA”: il seguire Gesù non è privilegio di pochi, ma è aperto alla libera adesione di ciascuno: “ se qualcuno…”. L’essere discepoli comporta l’andare dietro a Gesù, cioè far proprio il senso del rimprovero prima rivolto a Pietro (= Va’ dietro a me).
PER SEGUIRE GESU’ ci sono due condizioni :
a) rinnegare se stessi e b) prendere la propria croce (8,34)
Detta così l’affermazione, pur essendo molto incisiva, non è del tutto chiara. Il vangelo prosegue con due esemplificazioni fondamentali.
(vv. 35-37): Rinnegare se stessi significa far in modo che l’amore per il proprio io o per la propria persona non sia tale da escludere una relazione con Dio e con gli altri. Ciò permette di vivere un rapporto di amicizia vera con Dio che poi si concretizza in uno stile di accoglienza profonda e di relazione con gli altri.
La conseguenza diretta di quest’atteggiamento è l’esposizione (CIOE’ IL PRENDERE LA PROPRIA CROCE) alla vergogna di chi non condivide questa logica, o non ha il coraggio di farla propria e non si mette sulla strada di Gesù. Se uno non vuole riconoscerlo, Gesù non si impunta, rispetta la scelta e le sue conseguenze.
Lavoro di gruppo:
si lavora sul testo secondo la modalità seguente: su un foglio si tracciano due colonne, intitolate “RINNEGARE SE STESSI ” e “PRENDERE LA PROPRIA CROCE”. Si invitano quindi i ragazzi a ricavare dalla propria vita quegli atteggiamenti indispensabili per essere discepoli di Gesù. Pertanto individueranno ciò che devono perseguire per RINNEGARE SE STESSI per vivere un vero rapporto d’amicizia con Gesù e cosa devono modificare in loro PER PRENDERE LA PROPRIA CORCE.