Scegliere e libertà…
per riflettere….
La libertà è il dono più grande che ogni uomo riceve, ma diventa presto anche il frutto della sua più grande conquista; infatti, si perde facilmente con l’età, perché crescendo ci si rende schiavi di mille cose. Essere liberi, essere schiavi, che cosa vuol dire?
La libertà è proprio la capacità di far vedere agli altri che non siamo perfetti e possiamo essere bravi, ma non sempre. Forse pensi che perdere la libertà sia solo essere messi in carcere o non poter fare ciò che si vuole, ma credimi, dopo aver girato tanto il mondo, posso dirti con certezza che non è cos,ì la libertà mette le ali alla vita e nessuno può costringere l’amore in un «vestito a strisce»,la libertà non sempre si trova dove si crede che sia.
“La felicità è una condizione di gioiosa serenità, di contentezza tranquilla ma pervasiva, che nasce da una condizione mentale di armoniosa unione del mio 'io' con me stesso, con gli altri, con la natura, con il Tutto.” (Card. Martini)
Se questa è la felicità, sì, allora la percezione dell’unitarietà del Tutto può dare la felicità. Sì, va bene, dirai, ma il male e il dolore te lo sei dimenticato? No, non me ne sono dimenticato. Il dolore umano, in questa visione unitaria della Natura, può essere vissuto con appacificata, serena accettazione.
La libertà che uno sente di avere è per raggiungere la felicità. Uno in fondo sceglie per raggiungere la felicità!
Ti interroghi sul perché delle tue scelte, sui valori che le sostengono, sui criteri che sai sfoderare?
Tu sai rinunciare a qualcosa?
Cosa determina le tue rinunce?
Come fai a scegliere tra una cosa e l’altra?
Solo per le sensazioni di quel momento?
Solo per qualcosa questa prova e spiegabile?
Noi siamo davvero liberi di scegliere
Stai raggiungendo una felicità? Quale?
In che cosa consiste la felicità per te? E che cammino stai facendo?
Per il gruppo:
come aiutarci a camminare insieme verso una libertà maggiore?
Noi possiamo dare una mano per rendere una città più felice!
Che peso può avere un gruppo adolescenti di un oratorio all’ interno della comunità e della città?
Quali gesti concreti, nello stile della presenza possiamo assumerci?